Parcheggiare in divieto di sosta è un’arte. Ecco una breve guida con il suo raffinato galateo e le cose da fare e da non fare:
- Prima di tutto accertarsi che sia difficile ricevere una multa. Se ci sono altre auto in sosta irregolare, si può parcheggiare tranquilli: vuol dire che non passa mai nessun vigile e se passa fa finta di non vedere. Se le auto in divieto sono tante (contano anche scooter e moto), nell’improbabile caso di un’ondata di multe i residenti possono protestare sulla stampa e sui social network col risultato che probabilmente il sindaco farà annullare le multe o, nella peggiore delle ipotesi, dirà al comandante dei vigili di smetterla e chiudere un occhio anzi due.
- Accertarsi che l’auto non crei intralcio agli altri veicoli a motore. Parcheggiare in divieto di sosta è sempre moralmente consentito, ma solo se non intralcia altre auto, furgoni e camion. Pedoni e ciclisti non contano. I motociclisti contano ma poco.
- Accertarsi che l’auto sia ben visibile agli altri veicoli a motore: venire investiti in divieto di sosta sarebbe una beffa, peggio che ricevere l’improbabile multa
- Il parcheggio in doppia fila è sempre consentito agli automobilisti che si fermano ‘un minuto‘ per prendere un caffè o fare colazione, soprattutto se ci sono altre auto in doppia fila.
- Il parcheggio in doppia fila diventa moralmente discutibile solo dopo 30 minuti: in quel caso l’automobilista esagera, a meno che non sia giustificato da un motivo importante (per esempio, deve tagliarsi i capelli). Fanno eccezioni i negozianti, baristi e ristoratori che parcheggiano in doppia fila davanti al proprio negozio e tengono d’occhio la strada per spostare la macchina appena si libera un posto regolare. Stanno lavorando, sono giustificati.
- Sulle strisce bianche non c’è problema: il pedone casomai gira intorno all’auto.
- In doppia fila in prossimità delle strisce non c’è problema: sono i pedoni che devono stare attenti e non sbucare improvvisamente quando vogliono passare la strada. Se un pedone viene investito perché sbuca fuori da un furgone parcheggiato in doppia fila, per il popolo degli automobilisti ovviamente è colpa del pedone: doveva stare più attento.
- Davanti agli scivoli per disabili il parcheggio è sempre consentito: i disabili in giro sono pochi e se proprio ne arriva uno in sedia a rotelle, ci penserà il suo accompagnatore a trovare un passaggio alternativo. Poi i disabili, come i pedoni e i ciclisti, in genere non hanno nulla da fare.
- Sulle corsie ciclabili il parcheggio è sempre consentito, soprattutto se ci sono altre auto. Nell’improbabile caso facciano le multe, vedi punto 1.
- Sulle piste ciclabili il parcheggio è sempre consentito ai suv, ai furgoni, ai pickup e ai veicoli che sono in grado di scavalcare i cordoli. Altrimenti che me lo sono comprato a fare il suv da 2,5 tonnellate?
- Sul marciapiede il parcheggio è sempre consentito: i pedoni passano lungo il muro, non c’è problema. L’automobilista corretto lascia almeno 70 cm di spazio fra auto e muro, più che sufficienti anche per chi usa il deambulatore. In casi di forza maggiore (esempio: devo prendere un caffè), i 70 cm non sono necessari, tanto i pedoni in qualche modo si arrangiano sempre.
- Sulle aiuole il parcheggio è sempre consentito: tanto l’erba non c’è più (e forse non c’è mai stata) perché le auto ci parcheggiano sopra.
- Parcheggiare con due ruote sul marciapiede è una forma di gentilezza verso i pedoni, tanto il marciapiede è largo. Attenzione a non intralciare le auto, però.
- Parcheggiare davanti ai passi carrabili è consentito ma solo per pochi minuti, oppure se si è in grado di sentire il clacson del padrone di casa che deve entrare e uscire. Se si arriva entro due minuti dal suono del clacson basta chiedere scusa e il padrone sorriderà comprensivo. Se invece si ritarda, allora l’atto diventa intralcio di un altro veicolo a motore, il peccato più grave che un automobilista possa compiere, per il quale bisogna sempre scusa. I pedoni e i ciclisti hanno tempo da perdere, gli automobilisti no.
In caso di rimproveri e polemiche (ogni tanto passa il pedone tignoso che si lamenta perché l’auto lo intralcia), ecco le scuse sempre valide:
- Solo un minuto
- Solo cinque minuti
- Sto lavorando
- Non dà nessun fastidio
Le scuse sono valide anche in caso di arrivo dei vigili. Perdono efficacia solo se si arriva troppo tardi e hanno cominciato a scrivere il verbale. In quel caso è difficile farli tornare indietro. Ma prima che inizino a scrivere, basta scusarsi umilmente riconoscendo la maestà dell’autorità per farla franca. ◆
Qui altri articoli, più seri, sul tema dei parcheggi (link alle fonti all’interno degli articoli):
- 15-20% degli incidenti stradali avvengono cercando parcheggio [Donald Shoup, The High Cost of Free Parking]
- Il paradiso del parcheggio. Ma non piace molto né agli automobilisti né ai lavoratori [Donald Shoup, The High Cost of Free Parking]
- I parcheggi gratis peggiorano il traffico. (E anche i posti auto obbligatori) [Donald Shoup, ‘The High Cost of Free Parking’]
- Se alzi il prezzo dei parcheggi fino ad avere sempre uno o due posti liberi per marciapede, dove finiscono tutte le auto? [Studio, ScienceDirect]
- ‘Le auto private stanno ferme più del 95% del tempo’. L’esperto di automobili prima contesta le cifre, poi chiede le fonti, infine ti dice ‘ah ma è ovvio’.
- Come migliorare i parcheggi nella tua città? Ecco una soluzione collaudata ed efficace
- Indagine sui parcheggi: non sempre le cose stanno come pensano o dicono i commercianti [Parking and the City]
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- Per quanti parcheggi fai, non bastano mai. Il caso di Los Angeles [‘Parking and the City’]
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- Tempo perso, inquinamento, traffico. Quanto costa, all’automobilista e alla società, girare a vuoto per cercare parcheggio?
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