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‘Gente di Roma’, un articolo che definisce la mentalità patologica dell’automobilista romano (e di molti automobilisti italiani)

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Immagine dal profilo Twitter Povera Roma

Un interessante articolo dalla rubrica ‘Gente di Roma’ definisce in poche parole alcune delle patologie degli automobilisti romani.

Premessa: un anonimo vandalo da qualche tempo a Roma sfregia le auto parcheggiate male scrivendo ‘Free Park’ con la vernice. Anche se è comprensibile il disagio per la malasosta patologica romana, tollerata in strada da decenni, il metodo è certamente illegale e criticabile.

Il vandalo Free Park però potrebbe essere rapidamente reso inoffensivo da pattuglie di vigili urbani che facessero multe a chi parcheggia in doppia fila, sulle strisce pedonali, sui marciapiedi, sugli scivoli per i disabili. Purtroppo questo a Roma non succede, se non molto raramente.

Non succedeva in passato, probabilmente non succederà nemmeno nel prossimo futuro.

In compenso escono articoli come questo, fra deprecazione formalistica dell’illegalità e tolleranza per i poveri automobilisti.

Si comincia col titolo:

Free Park a Roma, gli sfregi alle nostre auto anche se parcheggiate bene

Il titolo è mistificatorio: il vandalo Free Park sfregia solo auto parcheggiate male: in divieto, sui passaggi pedonali, sugli scivoli per i disabili. Il vandalo Free Park fa certamente male e commette un reato, ma in questo titolo è evidente la strizzata d’occhio all’automobilista, che arriva più esplicitamente qui:

Perché a tutti sarà successo almeno una volta di sostare qualche minuto a cavallo di una pista ciclabile,

A parte che non tutti lo fanno, e soprattutto non lo fanno nelle città più civili e progredite di Roma, parcheggiare ‘qualche minuto’ a cavallo di una pista ciclabile è analogo alla sosta in doppia fila: fastidioso e pericoloso:

  • Fastidioso: ‘qualche minuto’ di molti automobilisti nell’arco della giornata possono significare ore di intralcio della pista.
  • Pericoloso: quando l’auto occupa la pista, il ciclista è costretto a uscire dalla pista, con pericolo per sé è per gli altri. Se è prudente ed esperto, è costretto a fermarsi, guardare indietro e superare l’auto in malasosta quando non arriva nessuno per non essere investito da automobilisti che, notoriamente, hanno sempre impegni importantissimi e hanno sempre fretta. Se è inesperto magari esce dalla pista proprio nel momento in cui arriva un’auto troppo veloce per frenare, con grave pericolo per sé, e il rischio di diventare un titolo di giornale (‘Ciclista investito da auto’).

Insomma questo evento che, secondo l’autore del pezzo, ‘sarà successo almeno una volta’ a tutti comporta disagio e pericolo di vita per i ciclisti. Considerare questo comportamento un’infrazione veniale e perdonabile, e peggio ancora talmente diffusa che la fanno tutti, dimostra cattiva coscienza di automobilista.

Quelle scatole colorate a cui vogliamo bene quasi come a dei figli, che ci sono costate anni di rate e di risparmi, 

Qui viene sintetizzato, con una strizzata d’occhio comprensiva, un’altro degli aspetti patologici della motorizzazione di massa: l’identificazione fra auto e automobilista. L’auto è come un figlio, che costa anni di rate e risparmi.

Poi arriva il vittimismo:

siamo costretti ad abbandonarle in mezzo alla strada, giorno e notte, alla mercè di ladri, vandali, squilibrati. 

E questa è la classica bugia piagnona dell’automobilista sempre costretto a fare qualcosa che non vorrebbe: costretto a usare l’auto per andare al lavoro, costretto a pagare bollo e assicurazione, costretto a pagare le accise della benzina, costretto a rispettare i limiti di velocità ‘assurdi’, costretto a pagare – ogni tanto – il parcheggio, infine costretto a parcheggiare per strada… il tutto per poter usare il veicolo della libertà (secondo il marketing automobilistico che lo ha indotto a comprare l’auto).

In realtà NESSUNO costringe l’automobilista a parcheggiare per strada, anzi: parcheggiare gratis sottocasa, o a prezzo bassissimo, è un privilegio assurdo e, nelle città più moderne, in via di sparizione, visti i costi immobiliari dei terreni urbani. Nelle città valori immobiliari dei posti auto, anche quelli ‘gratis’ lungo la strada, sono maggiori del valore delle auto che ci sono parcheggiate sopra (chi contesta questo concetto o non ha letto bene e non conosce il significato delle parole oppure non sa fare i conti: approfondimento e spiegazioni qui). Parcheggiare gratis in strada è un costoso servizio per gli automobilisti, che toglie prezioso spazio pubblico ad altri utenti della strada: marciapiedi, piste ciclabili, spazi esterni per i servizi commerciali.

La soluzione è semplicissima: per non abbandonare l’oggetto della nostra affezione ‘in mezzo alla strada, giorno e notte, alla mercè di ladri, vandali, squilibrati’ basta comprare un box, affittarlo o affittare un posto auto presso un garage pubblico.

L’articolo termina con la ribellione dell’automobilista al bar, che virilmente minaccia l’anonimo vandalo.

«Se beccassi uno che scrive con la vernice sulla mia macchina, di sicuro finirei in galera» giura un signore chiacchierando al bar.

Conclude il giornalista tra il pilatesco e lo pseudofilosofico:

Vendetta chiama vendetta: è la legge di Roma, capitale del Far West.

Ma finalmente viene detta una cosa vera: Roma è il Far West del traffico, dove vige la legge del più forte, in cui il suv domina.

Capitale corrotta, paese infetto: Traffico caotico e scorretto? È un buon indicatore di malgoverno.  ◆

L’articolo di Gente di Roma è leggibile per intero qui: Free Park a Roma, gli sfregi alle nostre auto anche se parcheggiate bene [Il Messaggero]


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